Novità della Ricerca nel Secondo Bimestre 2024

Questo è il venticinquesimo articolo del progetto che ha l’obiettivo di raccogliere periodicamente (ogni due mesi) le novità della ricerca sui trattamenti possibili per il glioblastoma multiforme. Di seguito elenco le notizie che abbiamo ritenuto più significative emerse negli ultimi due mesi. Come per gli articoli precedenti della serie ogni notizia sarà preceduta dal titolo originale con link alla fonte e seguita da un breve commento. Il criterio con cui vengono scelte le notizie è sempre quello di includere in generale le sole notizie relative a ricerche in fase clinica, a meno che il potenziale della ricerca per il trattamento del glioblastoma non sia veramente notevole.

Berberine as a potential enhancer for 5-ALA-mediated fluorescence in glioblastoma: increasing detectability of infiltrating glioma stem cells to optimize 5-ALA-guided surgery
La prognosi del glioblastoma (GBM) è correlata al volume residuo del tumore dopo l’intervento chirurgico. Nell’intervento chirurgico guidato dalla fluorescenza, l’acido 5-aminolevulinico (ALA) viene utilizzato per massimizzare la resezione evitando la morbilità neurologica. Tuttavia, non tutte le cellule tumorali, in particolare le cellule staminali del glioma (GSC), mostrano fluorescenza mediata da 5-ALA (fluorescenza 5-ALA). Gli autori hanno cercato farmaci riposizionati che influenzino le funzioni mitocondriali e il metabolismo energetico, identificando la berberina (BBR) come un potenziale amplificatore della fluorescenza 5-ALA. In questo studio, hanno investigato se BBR possa migliorare la fluorescenza 5-ALA nelle GSC e se BBR possa essere applicato alla pratica clinica come amplificatore della fluorescenza 5-ALA. Il risultato è che la BBR ha migliorato la fluorescenza PpIX mediata da 5-ALA. La BBR è un farmaco clinicamente utilizzato senza effetti collaterali. Si può quindi affermare che la BBR migliora significativamente l’intervento chirurgico guidato dalla fluorescenza e la stessa considerazione sussiste per terapia fotodinamica.

Early clinical trial results show ‘dramatic and rapid’ regression of glioblastoma after next generation CAR-T therapy
Questo è una di quelle notizie che sono finite su tutti i giornali. Nostro compito è fare chiarezza. Tra l’altro ricordo abbiamo organizzato una videoconferenza sul tema dell’immunoterapia per giorno 21 Maggio alle 18:00. In un articolo pubblicato sul New England Journal of Medicine, i ricercatori del Mass General Cancer Center hanno condiviso i risultati dei primi tre casi di pazienti di uno studio clinico di fase 1 che valuta un nuovo approccio alla terapia CAR-T per il glioblastoma (GBM). Lo studio, noto come INCIPIENT, è stato progettato per valutare la sicurezza delle cellule CARv3-TEAM-E nei pazienti con GBM ricorrente. Pochi giorni dopo un singolo trattamento, i pazienti hanno mostrato riduzioni notevoli nei loro tumori, con un paziente che ha raggiunto una regressione tumorale quasi completa. Nel tempo, i ricercatori hanno osservato una progressione del tumore in ciascuno di uesti pazienti, ma dato che i risultati preliminari della strategia sono promettenti, il team cercherà strategie per estendere la durata della risposta. Bryan Choi, MD, Ph.D., neurochirurgo e direttore associato del Center for Brain Tumor Immunology and Immunotherapy, ha affermato che il trattamento combinato della terapia CAR-T con altri metodi è un approccio potenzialmente più efficace per trattare il glioblastoma. Il team sta considerando infusioni seriali o precondizionamento con la chemioterapia per prolungare la risposta.

The detrimental effect of biopsy preceding resection in surgically accessible glioblastoma: results from the national cancer database
Questo studio ha indagato l’impatto dell’esecuzione di una biopsia prima della resezione definitiva nei pazienti con glioblastoma (GBM) chirurgicamente accessibile. Lo studio ha analizzato 17.334 pazienti con GBM dal National Cancer Database (NCDB) dal 2010 al 2014. I pazienti sono stati categorizzati in due gruppi: “resezione diretta” e “biopsia seguita da resezione.” Gli esiti valutati includevano la sopravvivenza complessiva (OS), la riammissione/mortalità a 30 giorni, la mortalità a 90 giorni e la durata del ricovero (LOS). Quello che risulta dallo studio è che le biopsie preoperatorie per GBM chirurgicamente accessibile sono associate a una peggiore sopravvivenza, anche se seguite da resezione, rispetto ai pazienti sottoposti a resezione diretta. I risultati suggeriscono che evitare le biopsie preoperatorie quando possibile può migliorare gli esiti di sopravvivenza in questi pazienti.

REGOMA-OSS: a large, Italian, multicenter, prospective, observational study evaluating the efficacy and safety of regorafenib in patients with recurrent glioblastoma
Nel trial di fase II REGOMA, il regorafenib ha mostrato un’attività promettente nei pazienti con glioblastoma recidivante. Questo studio prospettico, multicentrico e osservazionale è stato condotto per confermare i dati del REGOMA in un contesto reale. Tra settembre 2020 e ottobre 2022, 190 pazienti con glioblastoma recidivante sono stati arruolati in 30 centri oncologici in Italia. L’OS mediana è stata di 7,9 mesi e la PFS mediana è stata di 2,6 mesi. La risposta radiologica è stata parziale in 13 pazienti (7,3%) e di malattia stabile in 26 pazienti (14,6%). Eventi avversi di grado 3-4 correlati al farmaco sono stati riportati nel 22,6% dei pazienti. Questo ampio studio osservazionale ha mostrato una OS simile rispetto allo studio REGOMA confermandone sostanzialmente i risultati.

Questo è tutto per questo numero sulle novità della ricerca. Un in bocca al lupo di cuore a tutti coloro che stanno combattendo contro il glioblastoma e ai loro cari!