Un nuovo dispositivo a ultrasuoni aiuta i farmaci a raggiungere il glioblastoma

Come sapete sconfiggere il glioblastoma è difficile per almeno diversi aspetti. Un primo aspetto è che è multiforme ed è difficile trovare farmaci efficaci sul tutti i glioblastomi. Un secondo aspetto è che a causa della presenza della barriera emato-encefalica pochi farmaci riescono a raggiungere il tumore e pertanto l’efficacia della chemioterapia è ridotta perchè è difficile fare arrivare dosi clinicamente rilevanti del farmaco sulle cellule tumorali. Gli scienziati hanno dimostrato che un nuovo dispositivo a ultrasuoni può temporaneamente aprire questa “barriera emato-encefalica” nei malati di cancro, consentendo a una potente chemioterapia di raggiungere i tumori cerebrali. I ricercatori hanno dimostrato questo effetto con paclitaxel e carboplatino, due farmaci chemioterapici che normalmente attraversano la barriera emato-encefalica solo in quantità trascurabili. La sperimentazioni clinica di fase I ha dimostrato che rispetto al tessuto cerebrale non trattato, le regioni del cervello esposte agli ultrasuoni consentono di arrivare al tumore circa 3,7 volte in più di paclitaxel e 5,9 volte in più di carboplatino, il che significa che i farmaci possono raggiungere livelli clinicamente rilevanti somministrando al paziente dosi inferiori e quindi generalmente meno tossiche di chemioterapico.

Di seguito per gli interessati ad approfondire il link all’articolo divulgativo pubblicato su LiveScience e il link all’articolo che illustra i risultati della sperimentazione clinica pubblicato su Lancet Oncology e un video che illustra la tecnica attraverso un’animazione.

Animazione che descrive il funzionamento del dispositivo.