
Novità della Ricerca nel Secondo Bi-mestre 2025
Questo è il trentunesimo articolo del progetto che ha l’obiettivo di raccogliere periodicamente (ogni due mesi) le novità della ricerca sui trattamenti possibili per il glioblastoma multiforme. Di seguito elenco le notizie che abbiamo ritenuto più significative emerse negli ultimi due mesi. Come per gli articoli precedenti della serie ogni notizia sarà preceduta dal titolo originale con link alla fonte e seguita da un breve commento. Il criterio con cui vengono scelte le notizie è sempre quello di includere in generale le sole notizie relative a ricerche in fase clinica, a meno che il potenziale della ricerca per il trattamento del glioblastoma non sia veramente notevole.
Neoadjuvant triplet immune checkpoint blockade in newly diagnosed glioblastoma
Questo studio descrive la sperimentazione di una combinazione innovativa di immunoterapie nel trattamento del glioblastoma multiforme (GBM). Questa strategia terapeutica prevede la somministrazione di tre farmaci immunoterapici (nivolumab, ipilimumab e relatlimab) prima della resezione chirurgica del tumore (fase neoadiuvante), con l’obiettivo di massimizzare l’attivazione immunitaria contro le cellule tumorali. I risultati preliminari, ottenuti in pazienti con diagnosi recente, indicano una forte risposta immunitaria, con un aumento significativo delle cellule immunitarie infiltrate nel tumore. La terapia è risultata ben tollerata, senza effetti collaterali gravi. In particolare, uno dei pazienti trattati non ha mostrato alcuna recidiva dopo diciassette mesi dal trattamento, superando le attese rispetto alle terapie standard. Una sperimentazione clinica più ampia è già in fase di preparazione per confermare ulteriormente questi promettenti risultati, e verificare l’efficacia di questa strategia innovativa su una popolazione più estesa di pazienti.
LAM561 as add-on may delay glioblastoma disease progression
Il LAM561, un derivato sintetico dell’acido oleico sviluppato da Laminar Pharma, mostra risultati promettenti nel trattamento del glioblastoma multiforme (GBM) di nuova diagnosi. Somministrato in aggiunta alla terapia standard (chirurgia seguita da chemioradioterapia con temozolomide), il LAM561 ha evidenziato un potenziale nel ritardare la progressione della malattia nei pazienti con metilazione del promotore MGMT, una modifica genetica presente nel 30-50% dei casi di GBM. I dati preliminari dello studio clinico di fase 2/3 CLINGLIO, che ha coinvolto 144 pazienti, indicano che nei soggetti con metilazione MGMT e punteggi RTOG di 4, la sopravvivenza libera da progressione (PFS) mediana è stata di 86,4 settimane con LAM561, rispetto a 54,7 settimane con la sola terapia standard. Tuttavia, nei pazienti senza metilazione MGMT, non sono stati osservati benefici significativi. Il LAM561 agisce modificando la composizione delle membrane cellulari tumorali, riducendo l’attività di proteine di segnalazione che promuovono la crescita tumorale. La terapia è risultata ben tollerata, senza effetti collaterali gravi aggiuntivi. I risultati finali, inclusi i dati sulla sopravvivenza globale, sono attesi entro la fine del 2026.
UT Health San Antonio-led research discovers a way to slow or block recurrence of glioblastoma
Un team di ricercatori dell’UT Health San Antonio ha identificato una nuova strategia per ritardare o bloccare la recidiva del glioblastoma multiforme (GBM) dopo la radioterapia. La scoperta si basa sull’uso di farmaci senolitici, capaci di eliminare le cellule senescenti indotte dalla radioterapia, che altrimenti favorirebbero la ricrescita tumorale. La radioterapia, trattamento standard per il GBM, può indurre la senescenza in alcune cellule tumorali, le quali, pur non proliferando, rilasciano fattori di crescita che stimolano le cellule tumorali residue a riprendere la proliferazione. I ricercatori hanno scoperto che queste cellule senescenti dipendono dalla proteina anti-apoptotica cIAP2 per la loro sopravvivenza. Somministrando il farmaco senolitico birinapant dopo la radioterapia, sono riusciti a eliminare selettivamente le cellule senescenti, riducendo significativamente la recidiva tumorale nei modelli murini. Questi risultati preclinici suggeriscono che l’approccio che combina la radioterapia con l’eliminazione mirata delle cellule senescenti, potrebbe rappresentare una nuova strategia terapeutica per migliorare la sopravvivenza dei pazienti affetti da GBM. Si tratta di una ricerca di fase pre clinica ma è collegata a notizie pubblicate nei numeri precedenti di questa rubrica e risponde alle richieste dei lettori di maggiori informazioni sui trattamenti con farmaci senolitici.
Promising preliminary results of phase 1 study
La IQ-AI ha annunciato risultati incoraggianti da uno studio clinico di fase 1 sul Maltolato di Gallio (GaM) per via orale, testato su pazienti con glioblastoma multiforme ricorrente. Nei 23 pazienti valutabili trattati quotidianamente con GaM, la sopravvivenza globale media è stata di circa 14 mesi dall’inizio della terapia, un risultato positivo rispetto alle terapie attuali. Il trattamento si è dimostrato sicurò e ben tollerato. Nonostante la sopravvivenza libera da progressione (PFS) sia rimasta simile agli standard (circa 2 mesi), il dato sulla sopravvivenza globale suggerisce un possibile beneficio nel controllo della malattia. Ulteriori studi saranno necessari per confermare questi risultati promettenti. Anche questa notizia risponde alle richieste dei lettori di maggiori informazioni sui trattamenti con maltolato di gallio.
VXM01 plus avelumab is safe and shows preliminary clinical activity in recurrent glioblastoma
Una nuova combinazione immunoterapica ha mostrato risultati promettenti nel trattamento del glioblastoma multiforme (GBM) ricorrente. Il vaccino orale VXM01, che stimola una risposta delle cellule T contro VEGFR-2, è stato somministrato insieme all’anticorpo anti-PD-L1 avelumab in uno studio di fase 1 condotto su pazienti pretrattati. La combinazione è risultata ben tollerata, con eventi avversi principalmente di grado 1 o 2. Tra i 27 pazienti trattati, il tasso di sopravvivenza globale a 12 mesi è stato del 52%, con una sopravvivenza mediana di 10,6 mesi. La sopravvivenza libera da progressione (PFS) mediana è stata di 3,6 mesi, e circa il 37% dei pazienti ha ottenuto una stabilizzazione della malattia per almeno 6 mesi. Questi risultati preliminari suggeriscono che VXM01, in combinazione con avelumab, potrebbe offrire benefici clinici nei pazienti con GBM recidivante, in particolare per quanto riguarda la stabilizzazione della malattia. Sono attualmente in corso studi successivi per confermare e approfondire questi dati.
TLX101 mostra efficacia promettente nel glioblastoma ricorrente
Telix Pharmaceuticals ha riportato risultati preliminari incoraggianti dallo studio di fase 2 IPAX-Linz, che valuta TLX101, una terapia radiomirata somministrata per via endovenosa, in combinazione con la radioterapia esterna (EBRT) in pazienti con glioblastoma multiforme (GBM) ricorrente. TLX101 è progettato per colpire il trasportatore LAT1, sovraespresso nelle cellule tumorali del GBM, consentendo una somministrazione mirata della radiazione. Lo studio ha coinvolto 8 pazienti con GBM in prima o seconda recidiva, di cui 5 con tumori MGMT non metilati, noti per la prognosi sfavorevole. Il trattamento è stato ben tollerato, senza eventi avversi gravi riportati. La sopravvivenza globale mediana (OS) è stata di 12,4 mesi dall’inizio del trattamento con TLX101 e di 32,2 mesi dalla diagnosi iniziale, superando i 9,9 mesi di OS mediana storicamente osservati con la sola EBRT nei pazienti con GBM ricorrente. Questi risultati supportano i dati precedenti dello studio IPAX-1, che aveva riportato una OS mediana di 13 mesi dall’inizio del trattamento con TLX101 e di 23 mesi dalla diagnosi iniziale. Attualmente, è in corso lo studio IPAX-2, che valuta TLX101 in combinazione con la terapia standard nei pazienti con GBM di nuova diagnosi.
Smart T-Cells Built to Last: Ultrasound-Activated Cancer Killers Target Solid Tumors
Un team di ricercatori dell’Università della California del Sud ha sviluppato una nuova generazione di cellule T ingegnerizzate, denominate EchoBack-CAR T, progettate per combattere i tumori solidi. Queste cellule T sono attivate da ultrasuoni focalizzati, consentendo un controllo preciso della loro attività antitumorali. Nei modelli preclinici, le EchoBack-CAR T hanno dimostrato una durata d’azione cinque volte superiore rispetto alle cellule CAR T convenzionali, mantenendo la loro efficacia per periodi prolungati. L’attivazione mediante ultrasuoni permette di indirizzare l’azione delle cellule T direttamente sul tumore, riducendo il rischio di effetti collaterali sistemici. Questa innovazione rappresenta un passo significativo verso l’applicazione dell’immunoterapia nei tumori solidi, tradizionalmente più resistenti a questo tipo di trattamento. Sono in corso ulteriori studi per valutare l’efficacia e la sicurezza di questa tecnologia in ambito clinico.
Un grazie a quanti ci hanno aiutato e continuano ad aiutarci a manterere viva l’organizzazione di volontariato e a sviluppare i nostri progetti sempre centrati sul supporto ai pazienti, ai loro caregiver. Questo è tutto per questo numero sulle novità della ricerca. Prima di chiudere vi ricordiamo che è attivo anche un profilo Instagram dove pubblicheremo alcuni brevi video informativi sul glioblastoma. Un in bocca al lupo di cuore a tutti coloro che stanno combattendo contro il glioblastoma e ai loro cari!
Grazie sempre per questi aggiornamenti di grande valore scientifico (e non).
Buongiorno, mi chiamo Valeria e mio marito sta combattendo da inizio novembre 2023 con questa malattia.
Dopo una prima operazione di urgenza (8 cm di massa) si e’ sottoposto alle sedute di radioterapia e chemioterapia (100 MG Temozolide) con una riduzione della massa rimasta in seguito alla prima operazione chirurgica.
Successivamente ha sostenuto una seconda operazione chirurgica con asportazione totale della restante parte di massa.
La RM dei primi di maggio 2025 ha evidenziato una possibile recidiva in necrosi ma nessun Dottore oncologo ha avuto la certezza di una recidiva o di una necrosi post – intervento.
In seguito a diverse visite da neurochirurghi ci hanno indirizzato da un oncologo il quale ha prescritto una cura di Temozolide per 5 gg da 200 mg, stop per 23 gg e successiva cura di altri 5 gg da 250 mg.
Mio marito stava bene fino a fine settimana scorsa, poi con l’ assunzione del farmaco primo ciclo ha cominciato a manifestare sintomi quali nausea, intorpidimento arti inferiori e braccia con difficolta’ a deambulare, sbalzi umore e man mano che si andava avanti nell’assunzione durante i 5 gg difficolta’ di deambulazione.
Sono molto preoccupata in quanto non mi sembra la strada corretta … e sto cercando come tutti voi strade alternatine. Ho letto dell’ozonoterapia o ozono in pillole.
Il mio numero e’ 339/2970542.
Attendo gentilmente l’ esperienza di qualcuno che ha già vissuto questo percorso.
Grazie
È molto difficile dare indicazioni in questo ambito, ma mi permetto di suggerirle di valutare la strada di un Tumor Treating Field, quale Optune di Novocure. Ne parli con l’oncologo.