La Storia di Mia Figlia Giulia

Ricevo questa storia da Stefania Brizzolari, la mamma di Giulia che ho avuto modo di conoscere nei mesi passati. Potete immaginare quale possa essere il mio stato d’animo in questo momento. Il nostro cervello è un sistema meraviglioso ma funziona in modo associativo e questo mi riporta violentemente con tutti i sensi a poco più di due anni fa. Capisco quanto debba essere stato difficile per Stefania trovare la forza di scrivere queste parole e per questo la ringrazio. Lascio a voi parte della parole così come le ha scritte Stefania, come se fosse un dono. Il glioblastoma è una brutta bestia, muta, si adatta e sviluppa rapidissimamente resistenza a qualunque strategia terapeutica si possa escogitare e purtroppo certe strategie sono incompatibili con altre. La triste realtà è che ad oggi solo il 25% dei pazienti supera il primo anno e solo il 5% il secondo.

Racconto la storia di mia figlia Giulia perché possa essere d’aiuto a coloro che stanno affrontando la brutta bestia “glioblastoma, 4° grado”. …
Da Giulia mai una preoccupazione, un dubbio, un timore, una bambina prima ed una ragazzina poi, sempre ordinata, studiosa, timida ma acuta osservatrice e curiosa di tutto, che esprimeva con il disegno prima e lo scritto poi i suoi pensieri e desideri.
Educata e rispettosa quasi a dimostrare una maturità che ci ha sempre riempito di orgoglio.
A 16 anni Giulia decide di partire e trascorrere un anno negli Stati Uniti, ospite presso quella che diventerà la sua seconda famiglia, frequentando il quarto anno delle superiori, cambiando radicalmente il suo modo di vivere e affrontando le difficoltà dovute alla lingua ed al fatto di essere sola, con tanta energia ed un pizzico di follia.
Tornata  in Italia  porta con sé una nuova consapevolezza e maturità che la distingueranno dai suoi coetanei ma che lei mai farà pesare. E’ una ragazza soddisfatta, piena di esperienze e felice, che non vede l’ora di viaggiare e scoprire nuovi Paesi.
Terminato il liceo classico ed iscritta all’università di Padova,si dedica anima e corpo allo studio e dopo il triennio, sceglie la facoltà di Verona che la porterà alla specializzazione in giornalismo ed entrare immediatamente nel mondo del lavoro.
A Verona conosce Roberto, l’angelo che sarà sempre al suo fianco nei momenti felici e nei momenti bui. Sì perché arriva il momento che meno te lo aspetti, perché i desideri e le speranze di una donna di 30 anni si fermano bruscamente ad inizio aprile 2019, ma non la sua voglia di vivere.
Dopo un alcuni mesi di sofferenza, scambiati per depressione da alcuni medici troppo frettolosi e superficiali nella diagnosi, il 1 aprile le  viene diagnosticata una grossa lesione cerebrale al lobo sx  che viene rimossa al 100% con un intervento chirurgico all’ospedale di Mestre e sulla natura del male le prime parole dei medici non lasciano scampo: glioblastoma, 4° grado, il più aggressivo e con la più breve aspettativa di vita.
Dopo l’operazione nonostante la brutta notizia Giulia rinasce, ce lo fa capire chiaramente dopo i primi giorni di convalescenza, la massa tumorale le aveva fatto perdere equilibrio e lucidità, con la grinta che l’ha sempre contraddistinta recupera le energie, inizia le cure da protocollo che dureranno 12 mesi , un nuovo percorso alimentare corredato da integratori e prodotti di medicina oncologica integrata. Lascia il lavoro da dipendente per aprirsi una partita Iva e diventare imprenditrice di se stessa.
I primi mesi dopo l’operazione sono entusiasmanti, Giulia nonostante i cicli di chemio e radioterapia è positiva, riprende a guidare, progetta un viaggio in Giappone, frequenta corsi on line, studia il logo della sua attività, esce con le amiche, fa brevi viaggi in Italia con il suo Roberto, trascorre il Natale sciando con noi come non fosse accaduto nulla.
E’ felice e soprattutto speranzosa. Questo ci fa sperare che forse un miracolo è possibile.
Si alternano visite dall’oncologo a risonanze magnetiche ogni due mesi  ma ad agosto 2020, i segnali di recidiva si manifestano e con quelli riaffiorano gli incubi per quello che abbiamo letto e sentito dire sul Glioblastoma.
A novembre non ci sono dubbi, i focolai del male terribile e subdolo sono riapparsi ma non ci lasciamo abbattere, contattiamo altri centri in Europa e negli States, grazie alla famiglia che aveva ospitato Giulia e che non ci ha mai fatto mancare il sostegno e l’affetto.
Giulia inizia a manifestare i primi segni che inequivocabilmente la porteranno ad una progressiva debilitazione  a gennaio 2021. Gli oncologi terminano di proporci la terapia facendoci capire che non ci sono prospettive per nostra figlia, i centri esteri vengono accantonati perché Giulia sta perdendo nuovamente le forze. Decidiamo allora di affidarci alle cure palliative e accompagniamo Giulia nel suo ultimo periodo di vita circondandola di tutto l’amore possibile.
Il 7 aprile 2021 Giulia ci lascia fisicamente ma rimane con noi per l’insegnamento che ci ha dato, per come ha affrontato una prova terribile dalla quale è uscita sconfitta, una vera lezione di vita.